– « Voglio andare via », hai detto – « Dove vorresti andare ? », falsa e pietosa ti ho chiesto.Fuori c’era il sole, ho preferito pensare che volessi solo respirare il tepore lieve dell’aria. Non mi hai risposto Dove non so… Sicuramente |
– « Je veux partir », as-tu dit – « Où souhaites-tu aller ? », t’ai-je demandé, fausse et pitoyable.Dehors le soleil brillait et j’ai préféré croire que tu désirais seulement respirer l’air tiède et léger. Tu ne m’as pas répondu Où, je l’ignore Sans doute |
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Allora, ora…
Pensieri informi che non riecono ad organizzarsi e il cielo è una cappa grigia e afosa.Parole imprecise disperatamente cercano sinonimi e la mente insegue vitalità e armonie perdute Altre estati, E noi eravamo uno : Eravamo l’invidia Noi. Una volta : |
Je n’arrive pas à organiser mes pensées informes et le ciel est un manteau gris et lourd.A des mots vagues, en vain je cherche des synonymes et mon esprit court après une vivacité et une harmonie perdues. A nouvel été, autre soleil Et nous ne formions qu’un, Nous étions l’envie Nous le fûmes autrefois, |
Al di là dell’inspiegabile…

Dell’assurdo, sì. Perché, pare un controsenso chiedersi il perché delle cose, dell’esistenza umana, mentre la Verità esula dalle possibilità raziocinanti dell’uomo.
Ora, non mi faccio più domande, mi sono persa in una noiosa distrazione, che definire divertissement sarebbe troppo.
Il m’arrivait de scruter le ciel, cela me plaisait de me perdre dans l’infini et de m’interroger sur ce qu’il y aurait au-delà de l’inexplicable et de l’absurde.
De l’absurde, oui. Parce qu’il semble un contresens de se demander le pourquoi des choses, de l’existence humaine, alors que la Vérité dépasse les possibilités rationnelles de l’homme.
Maintenant je ne me pose plus de questions, je me suis perdue dans une distraction ennuyeuse, qu’il serait abusif de définir divertissement.
Ad una figlia…
Non gettarmi addosso, ti prego, le tue prime delusioni : ho ancora le mie sulla pelle non metabolizzate, che come ferite mai rimarginate, sanguinano ancora. Che dico ? Ma che dico ? Con chi può parlare una figlia ? E che importa se le ferite di una madre sanguinano ancora ?Vieni, piccola, ti abbraccio : uniamo le nostre ferite, ora come allora siamo unite, come quando la mia vita era la tua vita, il mio nutrimento, il tuo nutrimento. Sia il sangue delle stesse ferite ora il nostro cemento. Vieni, ho voglia di abbracciarti. |
Ne me jette pas à la face, je t’en prie, tes premières déceptions ! Toujours vives, les miennes collent encore à ma peau, telles des plaies mal cicatrisées qui saignent sans cesse. Mais qu’est-ce que je raconte ? À qui une fille peut-elle se confier ? Quelle importance si les blessures d’une mère suppurent encore ? Viens, ma petite, que je t’embrasse et unissons nos souffrances, nous sommes liées aujourd’hui comme hier lorsque ma vie était ta vie et ma nourriture la tienne. Que le sang des mêmes plaies soit maintenant notre ciment. Viens, que je t’embrasse ! |

Accettare…
Avevano le margherite spalancato gli occhi al sole gaie bevevano felicità dai raggi.Passava un uomo curvato dalla sofferenza solo un poco lenita dall’aria di primavera.Si chiedeva l’uomo il perché del dolore e della legge crudele della vita.Risplendeva il sole. Accettare è godere |
Les marguerites avaient ouvert leurs yeux au soleil – gaies, elles buvaient le bonheur de ses rayons.Un homme passait courbé par la souffrance quelque peu soulagé par l’air de printemps. L’homme se demandait |

Vino, verdicchio di Matelica nelle top teen
Da pochi giorni sono terminate le presentazioni delle guide dei vini per l’anno 2020.
In Italia è stimabile che tutti i vini oggetto di valutazione sensoriale da parte dei tecnici degustatori delle varie guide ammontano a oltre 100.000 etichette: solo 7 di queste hanno messo d’accordo ben 5 principali guide ottenendo il massimo riconoscimento possibile in ogni pubblicazione.
Le guide in oggetto sono: “Guida dei Vini D’Italia” del Gambero Rosso con i 3bicchieri, “Bibenda” della Fondazione Sommelier con i 5grappoli, “Vitae” dell’Associazione Italiana Sommelier con le 4viti, “Slow Wine” di Slow Food con il grande vino, “Guida dei vini d’Italia di Veronelli” della Veronelli Editore con le 3stelle Oro.
I sette vini che hanno avuto questi massimi riconoscimenti sono: Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2008 Trento DOC spumante Brut Cantine Ferrari Lunelli, San Leonardo 2015 Vigneti delle Dolomiti IGT cantine San Leonardo, Cepparello IGT Toscana 2016 cantine Isole e Olena, Don Anselmo 2016 Aglianico del Volture cantine Paternoster, Barbaresco Riserva DOCG Asili 2014 cantine Bruno Giacosa, Bolgheri Sassicaia 2016 Sassicaia DOC cantine Tenuta San Guido, Cambrugiano 2016 Verdicchio di Matelica Riserva DOCG Cantine Belisario.
E’ straordinario che un vino marchigiano faccia parte di questo ristrettissimo elenco di Top Wine italiani, è ancora più emozionante che sia un vino del limitatissimo terroir vitivinicolo di Matelica, oltre al fatto più importante: tra i sette è l’unico vino bianco. Il Cambrugiano è dal 1988 che rappresenta la massima espressione enoica della cantina Belisario, e da sempre è stato riconosciuto come una delle massime espressioni possibili da un bianco italiano; basti ricordare che anche solo la vendemmia 2015 del Cambrugiano era stata valutata da Daniele Cernilli come il migliore verdicchio con 97/100 di punteggio.
Molto orgoglio in casa Belisario per questo riconoscimento ma soprattutto grande responsabilità di rappresentanza del “saper fare” genius loci nel terroir matelicese: un grande vino crea una grande immagine, che porta il territorio che l’ha partorito ad un grande valore. La speranza e l’appello è che tutti comprendano l’ampio “valore sociale” che un risultato come quello conseguito dal Cambrugiano 2016 può generare, ancora più significativo considerando che la Cantina Belisario che l’ha pensato e creato nel 1988, è una cooperativa di Viticoltori.

Eletto a Montecassiano il miglior spettacolo del teatro amatoriale marchigiano
Il titolo di miglior spettacolo di teatro amatoriale delle Marche è andato a “I giusti al tempo del male” della compagnia Claet di Ancona, che ora sarà chiamata a rappresentare la regione al Gran Premio del Teatro Fita nel 2020 a Lamezia Terme in Calabria. Una produzione originale, che narra le storie di tutte quelle persone che durante la guerra nell’ex Jugoslavia seppero dire no nel momento in cui questo era più difficile e scomodo, a costo della propria stessa vita. Storie vere, riportate nell’omonimo libro di Svetlana Broz (nipote del maresciallo Tito), pubblicato nel 2015.
“Il livello delle compagnie che fanno teatro in lingua sta crescendo in maniera esponenziale anno dopo anno – ha commentato la presidente di Fita Marche, Federica Bernardini – oggi, grazie anche ai nostri corsi di formazione, al teatro dialettale, che rappresenta tutt’ora il fulcro dell’attività amatoriale, si è aggiunto in maniera importante quello in lingua”.
La giura del festival Marche in Atti, ha anche assegnato i premi alle compagnie teatrali che si sono esibite nel festival Marche in Atti, tenutosi al teatro Ferri tra ottobre e novembre. Tra gli altri premi: quello per la miglior regia è andato a Paolo Nanni per “Moby Dick, l’incubo di Achab” della Compagnia CRT Calabresi, che si è aggiudicata anche la miglior colonna sonora, insieme al titolo di miglior giovane attore, con Luis Marreiros.
Miglior caratterista, ex aequo, per Alessandra Petinari e Viviani Falcioni nello spettacolo “Non tutti i ladri vengono per nuovere” della Compagnia Mnemosine. Ad aggiudicarsi il premio di migliore attore protagonista, invece, è stato Sauro Savelli, (Così fan tutte – Compagnia filarmonico Drammatica), mentre la migliore attrice protagonista è Simona Paolella del Claet. Menzione speciale per lo spettacolo “Tre civette sul comò” del Teatro Accademia e le tre donne protagoniste: Raffaella Fontana, Lorena Mombello e Diana Barberis. Miglior scenografia alla compagnia Tutto(i) esaurito(i) per “Non ti conosco più”.
Nella foto, una scena dello spettacolo vincitore

Giorgio Canali al MIND Studios di Civitanova Marche
Cinico, intenso, corrosivo Giorgio Canali, vero e proprio protagonista della storia del rock italiano, venerdì 8 novembre alle ore 22 sarà al MIND Studios di Civitanova Marche per uno straordinario concerto in solo accompagnato dalla sua chitarra e dal suo grande talento che lo ha reso un riferimento sia come componente di formazioni fondamentali per la musica italiana, quali CCCP, CSI che come chitarrista, cantautore, produttore discografico e ingegnere del suono per per PFM, Litfiba, Noir Desir, Verdena e Le luci della centrale elettrica.
Dalla fine degli anni 70′ Canali inizia a frequentare la scena musicale romagnola, dal punk delle prime esperienze con Potemkin alla ricerca sonora e alle sperimentazioni elettro/elettroniche con Roberto Zoli e Politrio nel panorama in fermento della musica anarco/indipendente di quegli anni, impara ad avere a che fare con il lato tecnico della cosa. È infatti come tecnico del suono che arriva a collaborare con Litfiba verso la seconda metà degli anni ottanta. L’incontro con Gianni Maroccolo, bassista del gruppo fiorentino, segna l’inizio di una collaborazione che dura negli anni, dalle produzioni di Beau Geste, Timoria, CCCP, ai CSI, PGR e POST CSI.
Pendolare instancabile fra Italia e Francia, parallelamente alla nascita e alla crescita dei CSI, vive per cinque anni l’avventura Noir Desir, in qualità di tecnico del suono live e studio della band transalpina maturando una sensibilità musicale che lo riporta alle origini del punk e del rock senza fronzoli.
Nel 1998 esce il suo primo album “Che fine ha fatto Lazlotoz” per Sonica, etichetta del Consorzio Produttori Indipendenti, una raccolta di canzoni inedite, metà in italiano e metà in francese, che vede la partecipazione di quasi tutti i suoi illustri amici italiani e d’oltralpe.
Nel 2002 è la volta del secondo album “Rossofuoco”, questa volta ci sono un po’ più di canzoni in italiano e un po’ meno di testi in francese, il titolo dell’album diventerà dal lavoro successivo il nome della band. Il suo percorso artistico continua con altri dischi in un turbinio di ricerca e contaminazioni.
Una nota a parte merita l’attività di Giorgio Canali produttore. Tanta energia, poesia, creatività ed anarchica bellezza non poteva non essere immessa nei suoni di molti di quelli che sono divenuti, nel tempo, alcuni dei migliori artisti del rock italiano. Le sue mani sono in alcuni dei migliori lavori di Verdena, Le luci della centrale elettrica, Bugo, Marlene Kuntz, Tre allegri ragazzi morti, The Zen Circus.
Biglietti su www.ciaotickets.com o direttamente presso il Mind Studios (costo 8 euro senza prevendita), l’ingresso è riservato solo ai soci Arci.

Monte San Giusto: in scena il dialetto marchigiano
Continua al Teatro Durastante di Monte San Giusto (MC) la rassegna “Dialetti Marchigiani a confronto” organizzata dalla Federazione Italiana Teatro Amatori con il patrocinio della Regione Marche e del Comune di Monte San Giusto.
Sabato 9 novembre alle ore 21:00 sarà in scena lo spettacolo del Teatro Accademia di Pesaro “C’era na volta… i mirecol de Sant’Anna”, di Paolo Cappelloni.
Una storia che affonda le radici all’inizio del secolo scorso, quando nel 1913 l’allora Sindaco della città di Pesaro decise di abbattere le mura roveresche della città per dar modo di ampliare l’antico borgo. Una decisione che si rivela da subito infausta, perchè attaccate alle mura vi erano anche delle abitazioni che avrebbero dovuto seguire la stessa sorte: la demolizione. Tra queste, la sartoria di Antonia Rupetti, che con le sue lavoranti rischierebbe lo sfatto. Un misero destino al quale va data una risposta. Cosa fare? Saranno le donne pesaresi a trovare una brillante soluzione.
La rassegna teatrale in dialetto proseguirà venerdì 15 novembre con la compagnia Teatroclub Amedeo Gubinelli di S. Severino Marche che presenterà “capita a 50…figurate a 20”, mentre sabato 23 novembre si terrà la premiazione finale e lo spettacolo della Compagnia di Avenale “La famiglia”. La giuria tecnica che eleggerà il miglior spettacolo sarà presieduta dal Prof. Fabio Serpilli, grande esperto di dialetti marchigiani. Sulla pagina facebook di Fita Marche le informazioni generali e le descrizioni dei singoli spettacoli in calendario. Il biglietto d’ingresso è di sette euro.

Pesaro e Urbino, “Il Natale che non ti aspetti” 2019/2020
Riunione plenaria, ieri sera, giovedì 24 ottobre, nella biblioteca comunale di Sant’Ippolito, per le pro loco della provincia di Pesaro Urbino. Circa 50 i volontari presenti all’assise convocata per stabilire le prossime tappe di promozione legate a “Il Natale che non ti aspetti”, l’evento diffuso, coordinato dal Comitato Unpli di Pesaro e Urbino e promosso in collaborazione con Regione Marche e Provincia di Pesaro e Urbino che, dal 23 novembre 2019 al 6 gennaio 2020, coinvolgerà 18 realtà di Pesaro e Urbino.
Presenti alla serata il sindaco di Sant’Ippolito Marco Marchetti che ha salutato i partecipanti ringraziandoli “per l’impegno profuso e per trasmettere, con la loro energia, l’unicità dei piccoli, grandi borghi del territorio. La nostra forza sta nel sapere raccontare i valori, le tradizioni, i paesaggi, i prodotti enogastronomici eccezionali che ci caratterizzano. Siamo sulla strada giusta, come ha suggerito la Lonely Planet (tra le più apprezzate guide di viaggio mondiali, ndr) nei giorni scorsi citando le Marche al secondo posto tra le destinazioni da visitare nella classifica ‘Best in travel 2020 – Top ten regions’”.
A partecipare anche Renato Claudio Minardi, vice presidente del Consiglio Regionale delle Marche, tra gli ideatori dell’iniziativa: “Mi sento il padrino di questa manifestazione su cui ho creduto da subito e che, negli anni, ha saputo portare a risultati ambiziosi: nel 2018 l’evento ha portato in provincia 300mila persone e 200 pullman provenienti da tutta Italia e ha creato un indotto economico importante. ‘Il Natale che non ti aspetti’ è diventato un brand nazionale capace di reggere il confronto con i mercatini del nord Italia. Un risultato notevole, ottenuto grazie all’impegno delle pro loco e delle istituzioni coinvolte”.
Dopo i saluti delle autorità è stato il momento di Damiano Bartocetti, presidente del comitato Unpli Pesaro e Urbino, che ha presentato le attività previste per le prossime settimane dopo aver annunciato che “proprio oggi abbiamo avuto la comunicazione del Ministero dello Sviluppo Economico che attesta la registrazione del Marchio d’Impresa de ‘Il Natale che non ti aspetti’. Un tassello che va ad aggiungersi al quadro delle azioni messe in campo”. Tra queste, gli investimenti promozionali sulle più importanti testate di turismo e generaliste da novembre: “Abbiamo stanziato importanti risorse nella comunicazione dell’evento per poter dare giusto merito al lavoro delle pro loco e dare valore alle meravigliose realtà della provincia. Nei prossimi giorni saranno affissi i manifesti, trasmessi spot radio e tv, avviate campagne di promozione sui canali social e accolti giornalisti di testate nazionali per far loro conoscere, da vicino, l’evento”.